Ancora forti, musei e anche l’emozione di perdersi nel mercato

Oggi ci eravamo preparati per il check out all’albergo, pronti per andare ad Agra, quando si scopre che dobbiamo rimanere a Jaipur un altro giorno. Così si parte per le montagne a visitare i vari forti, tutti collegati da muraglie molto simili a quella cinese.
Uno di questi è anche la residenza di un marajà e delle sue molte mogli. Io e Paola troviamo un po’ di agognata ombra e agognato venticello, seduti per terra.
Nel pomeriggio ci rechiamo all’Albert Hall, un bellissimo palazzo a cavallo tra la città vecchia e quella nuova di Jaipur. Dentro ospita il museo della capitale del Rajashtan. Al suo interno orde di gente che tutto tocca tenute a bada da guardiani che gridano e usano il fischietto come i vigili urbani. Sulle teche di inestimabile valore svolazzano tranquilli i piccioni. Ma la cosa più carina che ho visto (dico davvero!) è stata una famigliola di pipistrelli che penzolavano da una finestra. Questa è l’India!

Finito il giro decidiamo di avventurarci nel mercato. Prendo così accordi col nostro autista Arjun di ritrovarci davanti alla porta del City Palace, e ci incamminiamo.
Il tipo ci saluta con un po’ preoccupato: “PAY ATTENCTION!” mi grida. Seee. Non mi conosci Arjun. Dopo che il tuo capo Raj mi ha truffato mi è cresciuto di colpo il pelo sullo stomaco! Così camminiamo per posti incontaminati. Posti per indiani DOC. per intenderci.
Vediamo di tutto e in una sportina sto pure a trattare due ore per delle spezie. Sto così simpatico al tizio che me ne fa assaggiare a tradimento alcune che per un pelo non mi mandano in orbita.
Non erano droghe! Ma erano così piccanti che per poco non moio. li. a Jaipur. In quel negozietto.
Il tizio che ci pedinava da un po’, e che faceva il palo davanti al negozio, vedendomi così in confidenza col proprietario decide di andarsene. Era anche l’ora.
Compro una quantità di spezie a prezzi irrisori. Cammina cammina ed arriviamo davanti ad un bellissimo minareto.
Questo minareto non l’abbiamo mai visto, vero Paola?” Le ultime parole prima di aver realizzato che ci eravamo persi nella mercato zona-malfamata di Jaipur.
Pedinati da un sacco di gente che ci voleva truffare abbiamo incontrato anche persone “normali”: si parte da quello che ci dice che la sua ragazza è italiana, ci fa leggere le sue chat piccanti su wu, poi la chiama e ci fa parlare con lei a telefono mentre questa è a casa sua a Siena. Un altro tizio fuori di testa mi chiede cosa significa: “una mattina mi son svegliato oh bella ciao”. Conunque per la storia che ci siamo persi mi son cacato sotto. Un tizio molto losco si è offerto di portarci al city palace. Io temevo ci portassi in uno scantinato per derubarci ma non avevo scelta e così lo abbiamo seguito. Alla fine dopo un’ora un po’ “a quella maniera” siamo riusciti a trovare la strada per uscire da quei cazzo di mercati!!!

 

La Gallery dei forti, e molto altro

 

 

Jaipur

Jaipur (hindi e rajastani: जयपुर, urdu: جے پور) è la capitale da Rajastan, Fondata nel 1728 dal Maharaja Sawai Jai Singh II. È famosa con il nome di “città rosa”, per il colore predominante delle sue abitazioni (anche se a mio parere tendono all’arancio).
La città anche se fondata quasi 4 secoli fa è stata costruita con concezioni moderne; ha infatti una planimetria reticolare con ampi viali alberati.
Possiede numerosi bazar e un grande mercato suddivisi a seconda delle attività artigianali. Per citarne alcune: gioielli, pietre preziose, smalti, stoffe sia stampate che intessute, oggetti intagliati. Il Palazzo di Jaipur (City Palace), tuttora residenza del Maharaja di Jaipur, è un enorme e complesso palazzo con numerosi cortili, due musei ed un’armeria.