Pelléas et Mélisande è un’opera di Claude Debussy, messa in scena per la prima volta al Théâtre national de l’Opéra-Comique di Parigi il 30 aprile 1902.

Pelléas et Mélisande: una storia di amore proibita, molto simile, secondo me, alla dantesca di Paolo e Francesca.
Onestamente non penso che gli eventi narrati siano la parte predominante in quest’opera di Debussy, quanto più la musica e la sua “rottura” musicale rispetto al passato e alle opere del tempo.

Avevo sentito dire, prima di andare all’Opera, che la scenografia era “tutta uguale”. Non mi era chiaro fino a che, non ho visto sul palco, prima che entrasse il pubblico, una specie di pista da skateboard. A quel punto mi sono chiesto come poteva un’opera ambientata tra boschi, fontane, castelli e grotte ruotare tutta intorno ad una struttura del genere.

Grazie a #NeverlandOF ho avuto la possibilità di incontrare il regista Daniele Abbado che ci ha parlato della sua visione di Pelléas et Mélisande, di quanto questa sia stata influenzata dal movimento del Panismo* e di come la scenografia, come un sogno, si sarebbe modificata, atto dopo atto, per rappresentare una visione sempre diversa e molto intima della storia.
Durante l’Opera così è stato ed ogni volta che si chiudeva il sipario ero sempre più curioso di vedere come si sarebbe trasformato il palco e di quali stati d’animo i colori predominati dell’allestimento avrebbero comunicato al pubblico.

Le scenografie fotografate (aimè) dal mio iPhone
Le bellissime scenografie fotografate dal mio iPhone

 

Per quanto riguarda l’opera in sé, Claude Debussy, ha deliberatamente infranto ogni schema e anche se non sono un esperto, mi sono reso conto di quando tutto fosse diverso: più serrato, più parlato.

Sono inoltre veramente contento che questa rappresentazione di Pelléas et Mélinade sia una produzione tutta italiana, a partire dagli artisti.

Foto di BackStage de: Pelléas et Mélisande

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Un infelice amore, ambientato in un mondo onirico, poi ricompresso su Twitter

 

 Daniele Abbado parlava della scenografica circolare che si adatta alla storia ora ho capito !

 

È chiaro che la fonte è miracolosa! Fa pure crescere gli alberi AL CONTRARIO!!

 

: Che ti ha detto tuo marito quando vi siete incontrati? : non ricordo. UN MATRIMONIO SANO.

 

Una volta mio cugino si è messo con una che poi è andata a letto col fratello. docet

 

Non vorrei dire ma si parteggia tutti per il cornutazzo invece che per i tempi sono cambiati?

 

 “la luce della luna ci illuminerà.” In una grotta. Hai capito tutto . facevi prima a farla ubriacare!

 

  devi salire sulla torre aggrappandoti ai miei capelli, un po’ come raperonzolo.

 

  voleva fare un’entrata a effetto ma gli si sono impigliate le corna al soffitto

 

 “No non eravamo colpevoli se si esclude la storia della pecorella” cit.

 

Dai che manco devi pagare gli alimenti!

Panismo*

Il sentimento panico è una percezione molto profonda della natura (soprattutto se riferita a paesaggi) che crea una fusione tra l’elemento naturale e l’uomo. Deriva dal nome Pan, dio greco dei boschi ma anche dall’etimologia greca πάν (pàn), che significa “tutto”.

Si trova il “panismo” anche in D’Annunzio come sentimento di unione con il tutto, che ritroviamo nelle sue poesie più famose, in cui il poeta riesce ad aderire con tutti i sensi e con tutta la sua vitalità alla natura e “s’immerge in essa e si confonde in essa”.

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