Varanasi: buon cibo e shopping conveniente! (cit. Paola)

Quando passi tanto tempo in un luogo folle come l’India l’incredibile diventa normale e alla fine non fai più caso a niente.
E così dopo 2 settimane indiane ci siamo perfettamente integrati al punto di scoprire anche il lato giocoso/commerciale di una città sacra come Varanasi.
A meno di 300m da dove i defunti vengono arsi sulle pire c’è un bellissimo mercato. “Bellissimo” per i canoni indiani. Comunque ci sono tantissimi negozietti curati con della merce davvero bella e a poco prezzo. Così senza nemmeno accorgermene per cambiarmi uso tonache indù (cavolo come sono fresche!!!) per riparare la testa dal sole uso un turbante (protegge meglio dei cappelli tecnici contro i raggi UV che ho preso in Italia). Essere un Indiano può essere un bel vivere. Una vita sicuramente diversa ma non necessariamente peggiore della nostra.

Per festeggiare il mio compleanno come si deve (i due lassi bevuti nel locale prospicente-cortei-funebri del giorno prima non erano del tutto sufficienti) siamo andati così in un bel ristorate nello “struscico” di Varanasi.
Visto i prezzi veramente bassi e abituati a porzioni micragnose ordiniamo di tutto. E così in poco tempo il tavolo viene imbandito come per un ricevimento con 30 persone. Io e Paola vogliamo mangiare tutto in rispetto dei poveri che ci sono al di là del vetro… ma niente, non ci riusciamo! E’ davvero troppa roba. Vago imbarazzo. Spiando una tavolata di indù mi rendo conto che in 8 stanno mangiando una sola delle nostre 12 portate. L’imbarazzo sale alle stelle. Quando siamo usciti come ladri ho lasciato una generosa mancia (per i miei canoni)… ben 120 ruipie! Circa 2 euri.

Mentre ero li ho anche pensato di regalarmi una “birra alla frutta”. Una bevanda dal nome esotico che incuriosiva il mastro birraio che è in me. Così mi arriva sto bicchieretto con roba marrone dentro. Sapore… Cagoso (il che a ben vedere è stato un po’ un segno premonitore). La bevo un po’ quando mi rendo conto che dentro c’era del ghiaccio. Dovete sapere che un viaggiatore esperto diffida sempre del ghiaccio perché di solito viene fatto con acqua del rubinetto contaminata. Vabeh, penso, oramai dopo tutto quello che ho passato… L’altro giorno mi è finita in faccia anche l’acqua del Gange… Cmq altri due sorsi e poi la lascio, sento come una puntura di spillo allo stomaco.
La notte gli spilli sono diventati 10.000 come un po’ i miei viaggi letto/cesso. Che dire… “Bramà, Visnù, mamà, papà….” (Un mantra che ho imparato a Pushkar)

 

 

Varanasi, ormai sono uno di loro

 

 

Il Golden temple: Kashi Vishvanath

Il tempio Kashi Vishvanath è uno dei più famosi templi indù ed è dedicato a Shiva. Il tempio si trova sulla riva occidentale del fiume sacro Gange, ed è uno dei dodici Jyotirlingas, il più sacro dei templi di Shiva. La divinità principale è conosciuto con il nome Vishvanatha o Vishveshvara significa Sovrano dell’universo. La città di Varanasi è anche chiamato Kashi, e, quindi, il tempio è popolarmente chiamato Kashi Vishvanath Tempio.
Secondo la mitologia indù, Lord Shiva sposò dea Parvati su Mahashivratri (un rituale associato alla consumazione del matrimonio). I solo i residenti di Kashi, la dimora del Signore Vishwanath, possono celebrare l’evento.
Il tempio è stato distrutto e ricostruito diverse volte nella storia. L’ultima struttura è stata demolita da Aurangzeb, che ha costruito la Moschea Gyanvapi sul suo sito. L’attuale struttura è stata costruita in un sito adiacente dal monarca Maratha, Ahilya Bai Holkar di Indore nel 1780.
Dal 1983, il tempio è stato gestito dal governo dell’Uttar Pradesh. Durante l’occasione religiosa di Shivratri, a nessun altra persona tranne che al sacerdote è permesso di entrare nel sanctorum del tempio.